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01 12 2011 - Scacchi... on-line
                  Articolo pubblicato su "La Martinella" A cura di Riccardo Meraviglia

Pensare che il gioco degli scacchi possa svolgersi esclusivamente con i due avversari divisi dalla scacchiera si sbaglia di grosso. Forse un tempo era così, oggi non più. Sono tantissimi, infatti, quei giocatori che si mettono davanti allo schermo e affrontano nello stesso pomeriggio un avversario di New York, uno di Singapore e uno di Kingston. Vi chiedete come? La risposta è Internet. In questo articolo vi fornirò le testimonianze di due accaniti giocatori che, davanti allo schermo, danno mostra di tutte le loro abilità scacchistiche. Uno è il nostro Carlo Barlocco, l'altro un giornalista del 'Time Magazine" (traduzione dell' articolo a cura di Lorenzo Grampa). Buona lettura.

Scacchi Internet di Carlo Barlocco

Con l'avvento di internet il gioco degli scacchi ha avuto un impulso incredibile, basti pensare alle molteplici possibilità che possono agevolare sia l'amatore che il professionista, si possono scaricare da innumerevoli siti una quantità di partite praticamente illimitata, ad esempio, le partite di grandi campioni o le partite dei tornei più importanti appena finiti, oltre alla possibilità di vedere in diretta sul proprio monitor le partite di tornei a nostra scelta. Inoltre, è possibile mediante appositi software collegarsi ad internet per avere la possibilità di giocare in diretta con giocatori di tutto il mondo, oppure con i nostri comuni amici, stando comodamente seduti davanti al computer senza l'obbligo di recarsi al club scacchistico, praticamente 24 ore su 24, e 365 giorni l'anno. I software che permettono di fare tutto questo sono diventati molto sofisticati: permettono di avere una comoda chat per parlare col nostro avversario, si possono vedere le partite dei giocatori più forti mentre stanno giocando, si può vedere la foto del nostro avversario, si svolgono regolarmente tornei lampo con piccoli premi, ci sono informazioni su avvenimenti scacchistici a livello mondiale, alcuni siti segnalano perfino il tempo atmosferico della nostra città, e altre piacevoli cosette ... il tutto con una piacevole interfaccia modificabile a nostro piacimento. Si può scegliere ad esempio il colore e la forma della scacchiera e dei pezzi, i colori dello sfondo, l'ampiezza dell'immagine e un sacco di altre cose, insomma per un giocatore di scacchi l'avvento di internet è stata una vera manna! Provare per credere!

Tratto da "Time Magazine"

Quando giochi on-line difficilmente qualcuno usa il suo vero nome. Te ne inventi uno: Cavaliere oscuro, Super Regina, Matto, Assassino. È anonimo, il silenzio è così seduttivo. Entri nel club, specifichi quale tipo di "azione" vuoi, ed aspetti. Non ci vuole mai molto, nel giro di pochi secondi qualcuno, che corrisponde ai tuoi criteri cercati per tempo di gioco e esperienza/forza, appare. In un attimo siete solo voi due seguendo le mosse l'uno dell'altro. E' così appagante che dovrebbe essere illegale, è l'Internet Chess Club (noto sito/server acronimo ICC dove si gioca a scacchi).
Sono dentro da una sola settimana, e sono ancorato. Entri nel sito e indichi quanto tempo vuoi giocare (solitamente lampo, si gioca anche a 3 e l) e il punteggio dell'avversario, in pochi secondi il tuo schermo è vivo, appare la scacchiera, il tuo avversario muove e a fianco c'è un sinistro count down col tempo rimastovi. Lo ammetto non è completamente anonimo; una piccola finestra sul fondo della scacchiera ti permette di chattare con l'avversario, si va dal sintetico ops alla comunicazione più lunga, finora "fortunato bastardo". Si sa ci sono i computer per giocare, ma non c'è gusto nel battere una macchina; non senti la sofferenza altrui quando perde o per metterla giù in maniera meno poetica giocandoci ti mancano sensazioni tipo un matto all'ultimo secondo e gioie dovute a brillanti combinazioni. Se un re (al posto del noto albero) cade nella foresta e nessuno lo sente è davvero caduto? Potresti anche fare buca in uno (metafora golfistica) e nessuno sarebbe lì a testimoniare.
Il bisogno di un avversario è sempre stata la sventura degli scacchisti. Natan Sharansky quando era in isolamento nel gulag giocava a scacchi con sé stesso, alla cieca, parlandone faceva la battuta: "vincevo sempre". Anche Fischer quando lasciò gli scacchi giocò per lo più con sé stesso per 25 anni, ma in effetti aveva il look di un pazzo. Fra prigionieri politici e geni psicotici sta il giocatore normale, come me, e abbiamo bisogno di compagnia. In primavera frequento ancora il circolo di Washington e i lunedì un po' di amici vengono da me per dei torneini lampo all'italiana. Ma questi giorni potrebbero essere finiti, come tutto nella vita: Internet offre un' imbattibile concorrenza. Per gli scaccofili più agguerriti è il santo graal: avversari disponibili 24 ore su 24. Divertente lo è, ma sarà salutare? Cita H.G. Wells "tu hai, diciamo, un promettente politico un artista in ascesa che vorresti però distruggere". "Coltello o bombe sono obsolete, goffe e inaffidabili, insegnali piuttosto a giocare a scacchi". Un amico cileno ha lasciato il sito perchè esso riporta la percentuale di vita trascorsa (secondo l'amico sprecata on line) e l'ha trovata troppo alta. Magari la mia metafora è sbagliata: il gioco on line è forse più simile agli ultimi stadi di un alcolista. Infatti ci giochi appena alzato la domenica mattina, come ho fatto io settimana scorsa, è tipo bere appena finito di rasarsi.
Fortunatamente ho una famiglia che mi ferma dai miei peggiori eccessi, ma gli altri la fuori nel mondo?

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